Diversamente dalle classiche chiamate a freddo, che, diciamo la verità, noi tutti odiamo, quelle basate sulle “intenzioni” hanno un’efficacia molto maggiore e, soprattutto, non risultano invadenti e fastidiose.

Le “intenzioni” possono essere esplicite o implicite, da parte dei potenziali acquirenti e ci sono diversi modi per comprenderle.

Analizziamo, a titolo di esempio, il caso di una Newsletter inviata da un’azienda di Energia (Luce e Gas), tema molto sentito al momento.

La Newsletter potrebbe contenere più pulsanti, a seconda dei risultati che vogliamo ottenere e delle informazioni che vogliamo procurarci.

Per semplificare, immaginiamoci che contenga:

  • Un primo pulsante, che rimanda ad un articolo informativo sul Marcato libero dell’energia, magari pubblicato sul blog aziendale
  • Un secondo pulsante, che rimanda ad un configuratore online per il calcolo del costo della bolletta.

Bene, vediamo cosa succederebbe se, successivamente all’invio della newsletter, il call center dovesse far partire delle telefonate:

1. Telefonata alla persona che ha cliccato sul Primo Link (informativo del mercato libero dell’energia):

La conversazione sarebbe poco proficua, perché questo profilo – ancora – è molto lontano dall’azione di conversione. Con molta probabilità si sta solo chiarendo le idee.

2. Telefonata alla persona che ha cliccato sul Secondo Link (configuratore online):

Il call center si troverebbe davanti una persona che sta già valutando diverse offerte, magari le sta confrontando e la chiamata potrebbe diventare un’ottima “spinta” per farla decidere.

Ora abbiamo parlato della Newsletter, ma potrebbe essere la realizzazione e il monitoraggio di un’Area Riservata, la richiesta di download di determinati contenuti, la partecipazione ad un sondaggio e tanto altro ancora.

Quindi, se un tuo cliente dovesse utilizzare i call center per fissare gli appuntamenti alla propria rete vendita, sarebbe il caso di parlargli della metrica degli “intenti”.