Molte volte mi sono sentito incompreso e sottovalutato al lavoro.
È successo sia da dipendente, nei miei primi anni lavorativi, sia quando, 17 anni fa, decisi di creare una mia realtà.
Ovviamente le dinamiche erano diverse, ma dalla base comune: mettevo da parte le mie idee e la mia personalità, in modo da conformarmi al momentaneo gruppo di appartenenza, questo era il mio modo per sopravvivere ad un capo autoritario, o ad un cliente presuntuoso.
Se l’hai fatto anche tu, mi potrai confermare che questo atteggiamento porta dei benefici concreti, è inutile negarlo, ma sono momentanei, instabili e, soprattutto, lasciano delle ferite.
Ferita dopo ferita, insoddisfazione dopo insoddisfazione, lentamente, ci si disinnamora di ciò che si sta facendo ed è proprio questo l’effetto devastante a lungo termine.
Mi sento di consigliare, nel mio piccolo, di non soffocare mai la propria unicità e quella di ogni singolo componente del proprio team, perché è proprio lì che risiede il valore, la passione e l’amore per ciò che si fa.
Ma non sono soltanto considerazioni puramente personali, infatti, con Sandro Formica, abbiamo riflettuto su una ricerca condotta da Francesca Gino e pubblicata dall’Harvard Business Review, che conferma l’importanza di questi aspetti e li collega con elementi prettamente di business, come innovazione, produttività e performance aziendali.