Mi stavo interrogando sulla figura del marketer, soprattutto di quei marketer che operano nel digitale, e riflettevo su come la loro immagine si sia evoluta, modificata nel corso degli anni.
Quando ho iniziato a lavorare in questo settore, ormai oltre venti anni fa, e quindi ho iniziato anche ad interfacciarmi con le figure senior di allora, la mia impressione, la percezione che avevo, era di avere difronte una professionista, una voce autorevole e di grande esperienza, chiaramente accompagnata da quelle sfumature creative proprie del nostro mestiere, una sensazione simile a quella che si avverte quando si parla con un medico, magari un primario. Pendiamo dalle sue labbra, credo che tutti, almeno una volta, abbiamo avuto questa sensazione.
Adesso, quando accedo ai social o quando mi capita di Interfacciarmi con altri marketer digitali, ovviamente con le dovute eccezioni, la mia percezione è quella di avere difronte uno stregone, anziché un affermato primario, seguendo l’esempio di prima.
Questa percezione nasce sopratutto dal lessico utilizzato, infatti si fa un abbondante (smisurato) utilizzo di frasi come “Trucchi segreti”, “Metodi da svelare”, termini che hanno a che fare più con la magia, che con la scienza.
Ma se io, che sono del mestiere, ho questa percezione, quale impressione stiamo trasmettendo al mercato, alle aziende e gli imprenditori?