Le agenzie che si occupano di comunicazione, avendo accesso ad enormi quantità di dati, sono molto informate sui consumatori e sui loro interessi e comportamenti.

Ma molti di questi, in particolare i giovani con un potere di acquisto elevato, odiano così tanto gli annunci che pagano per evitarli.

Come lo fanno?

Attivano abbonamenti premium, che eliminano la pubblicità, installano Ad Block sui loro device e così via.

Non vuol dire che si debba smettere di fare campagne pubblicitarie online, ma di affiancarle a dei nuovi approcci sì.

Un esempio?
Le persone non stanno bloccando i video dei loro influencer preferiti, anzi.

Il fatto è che la pubblicità si sta spostando sulle persone reali (creators), che intrattengono, consigliano, aiutano.

A proposito di intrattenimento, un altro approccio interessante è, appunto, il Digital Branded Entertainment.

In altre parole, è l’inserimento di un brand all’interno di un progetto di intrattenimento (Web Series Web Show, etc.).

L’obiettivo è rendere il confine tra intrattenimento e pubblicità molto “sfocato”.

Ma come valorizzare i contenuti brandizzati?

Integrandoli perfettamente nella trama, cosi da rendere la loro fruizione fluida e sincera.

Il modo migliore per riassumere questo approccio è: “il contenuto brandizzato intrattiene lo spettatore, non lo interrompe”.

Tutti i tuoi clienti potrebbero diventare i produttori e protagonisti di un format di intrattenimento; la creatività, la conoscenza dei giusti meccanismi e delle abitudini online dei consumatori, permetteranno di creare attorno al brand curiosità, coinvolgimento e fidelizzazione.


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